Il Re sostava spesso a Mogliano, dove il Comando della III Armata gli aveva messo a disposizione villa Gavagnin di Campocroce. Il suo recapito principale però era a villa Giusti nei pressi di Padova.

Di seguito la descrizione, in una poesia di Lino Caccin, di un curioso episodio che ha come protagonista il Re e un soldato di Campocroce: 

“Vittorio Emanuele III in trincea”

Se gera nel diissette là sul Piave
in una notte de bombardamento.
A Susegana e lungo tutte e grave
la guerra infuriava ogni momento.
Abramo riva de mattin bonora
portando un ferito assai morente,
lo posa sotto ‘a tenda so ‘na stiora
e lo assiste amorosamente.
In ‘sto momento vien dae retrovie
il Re co ‘na carrozza grande e scura
ma dopo poco le artiglierie
riprendono a sparar da far paura.
A questo punto la real carozza
fa dietro front e fugge disperata.
Allora Bramo siga a voce rozza:
“Guardate come il Re se l’è quagliata”.
Si china poi sul moribondo infranto
e cerca con amor di farlo bere,
ma una mano sulla spalla, intanto,
le dà un colpetto e dice all’infermiere:
Soltanto la carrozza è partita
ma in carrozza là non c’era il Re.
Continua ad assistere, la voce invita,
e sta tranquillo, il Re è qui con te.
Il fante spira poco tempo dopo.
“Ed ora va a Spinea di filato;
racconta alla sua mamma come è morto
e con che cura tu lo hai vegliato.
Vittorio Emanuel dà un biglietin
che Bramo ga da consegnar in tenenza
e questo ordinava che a Caccin
le sia concessa in premio una licenza.