Piazza Principale 42attuale Piazza Duca d’Aosta

AUTORITÀ CIVILI
Mogliano, proprio nel momento in cui la popolazione aveva maggior necessità di autorità civili efficienti e disponibili, si venne a trovare, per una serie di motivi, con un vuoto di potere.

Dal 1911 era sindaco il figlio adottivo del conte Alessandro Tornelli, Arcibaldo Trevisan, molto ben visto per le sue capacità di pacificare gli animi e per la rara generosità verso i bisognosi. Era l'uomo ideale per dirigere un Comune poco distante dal fronte, ma proprio negli stessi giorni della ritirata di Caporetto, aveva dovuto dare le dimissioni per gravi problemi di salute. Per non lasciare un vuoto di potere, il Prefetto il 2 aprile 1918 nominò Commissario Prefettizio di Mogliano l'avv. Giovanni Battista Priuli Bon.

Fu lui a gestire il momento più caldo della guerra. Toccò a lui, alla fine del conflitto, il gradito incarico di congratularsi con il Duca d'Aosta e dedicargli la Piazza Maggiore.

Dall'11 novembre 1918 essa è intitolata al Comandante dell’invitta 3a Armata.

 

IL GAZZETTINO 29/11/1918
Il Duca d’Aosta ha indirizzato al Sindaco la seguente nobilissima lettera autografa, della quale fu data notizia alla popolazione con speciale manifesto: 

“Ho lasciato con dolce melanconia la patriottica cittadina di Mogliano che in quest’anno, iniziatosi nella fosca ombra di una ingiusta sventura e terminante nella raggiante luce della meritata vittoria, ha dato a me ed al Comando della III Armata con slancio generoso, con fraterna simpatia, con fede inalterata, il conforto di una ospitalità larga, cordiale, affettuosa, e che con me ha diviso dolori e gioie. Dalla città che è stata la meta delle nostre aspirazioni e che consacra oggi il sangue dei nostri martiri e dei nostri caduti, sento vivo il bisogno di manifestare a Mogliano quel sentimento di riconoscenza e di affetto che ad Essa mi lega, e che il gradito onore resomi con la recente deliberazione della autorità comunale ha vieppiù rinsaldato. Col mio saluto grato, fervido, augurale, prego gradire per i poveri del Comune il piccolo segno della mia riconoscenza".

Emanuele Filiberto di Savoia

Numero: 
42